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Regno Unito: Non Binary Gender e il diritto a non rivelare il proprio genere

I Non Binary hanno il diritto in Inghilterra a non rivelare il proprio genere nei documenti ufficiali? Zoom su una sentenza di diritto inglese. Ed inoltre chi cambia sesso ha diritto ad indicare il nuovo genere nel passaporto in UK?

Non Binary Gender e cambio del sesso nel Regno Unito, sentenza | Coppolaw

La questione trattata da Coppolaw riguarda il diritto dei Non Binary a non rivelare il proprio genere nei documenti ufficiali, nel caso di specie nel passaporto. Diversa la questione di chi a seguito del cambio del sesso nel Regno Unito vuole indicare il nuovo genere nel passaporto.

La situazione relativa al Non Binary Gender riguarda una sentenza della Supreme Court a seguito di una impugnazione di una pronuncia della Corte d’Appello nella parte in cui dichiarava che un richiedente di un passaporto doveva necessariamente dichiarare il proprio genere/sesso – maschio o femmina, nel documento di identità, dal momento che un passaporto poteva essere rilasciato solo con l’indicazione di genere male (“M”) o female (“F”) nel campo genere/sesso sul lato anteriore del passaporto.

La Corte d’Appello sosteneva che non può essere rilasciato un indicatore di genere “non specificato” (“X”) nel passaporto e che detto diniego ciò non violerebbe ingiustificatamente gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (“CEDU”).

Fatti
Il soggetto coinvolto nella vicenda è nata donna e sottoponendosi a diverse operazioni ha raggiunto lo status desiderato di “Non Binary Gender””. Dal 1995 in poi il soggetto è stato in contatto con i dipartimenti governativi per cercare di persuadere il governo a rilasciare il passaporto  senza la necessità di dichiarare di essere “maschio” o “femmina”. Il soggetto suggeriva che questo poteva essere ottenuto aggiungendo una terza casella al modulo di richiesta del passaporto consentendo a una persona di contrassegnare quella casella con una “X” che indica il genere “non specificato”.

Il governo si è rifiutato di farlo, ma ha condotto revisioni interne per valutare se fosse necessario un cambiamento di politica. 

Il soggetto ha avviato un Judicial Review, un ricorso di Diritto Amministrativo, di controllo giurisdizionale circa la legittimità della politica del governo in materia di passaporti. Il ricorso è stato respinto dall’High Court e poi dalla Corte d’Appello.

Il soggetto interessato impugnava la predetta sentenza davanti la Supreme Court, sostenendo che la politica attuata dall’HMPO viola il diritto al rispetto della vita privata garantito dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (“la Convenzione”), nonché il divieto di discriminazione di cui all’articolo 14.

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso sull’assunto che non esisterebbe alcuna sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (“la Corte Europea”) che stabilisca un obbligo di riconoscere una categoria di genere diversa da quella maschile o femminile e al contempo non esisteva alcuna disposizione che imponga al Segretario di Stato di rilasciare passaporti senza alcuna indicazione di genere . 

Applicando i principi stabiliti nella giurisprudenza della Corte europea, a detta della Corte UK, non vi sarebbe stata alcuna violazione dei diritti del soggetto previsti dalla Convenzione, in quanto lo Stato avrebbe agito entro il “margine di apprezzamento” concessoli, non violando la Convenzione Europea.

Tuttavia, secondo la Corte, la modifica potrebbe potenzialmente essere fatta, ma non sulla base della violazione della Convenzione EU, ma laddove il Parlamento facesse una normativa che consenta questa possibilità, dal momento che il processo legislativo è una funzione del legislatore e non dei Giudici.

Se la legge sui diritti umani dovesse essere interpretata nel senso che attribuisce ai giudici il diritto di constatare violazioni dei diritti della Convenzione anche laddove la Corte europea ritenesse che la legge del Regno Unito è conforme alla Convenzione, si avrebbe un sostanziale ampliamento dei poteri costituzionali della magistratura a spese del Parlamento.

Per questi motivi è stato respinto il claim che riguardava il potere dei Non Binary a non indicare il proprio genere sul passaporto.

Diverso, sebbene non è stato oggetto della sentenza della Corte, è il diritto di chi cambia sesso che ha diritto a modificare l’indicazione del proprio sesso nel documento.

Avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra | Coppola