La diffamazione nel Regno Unito

La diffamazione nel Regno Unito è così definita: “La pubblicazione di un’affermazione falsa su una persona che tende ad abbassare la sua reputazione agli occhi della comunità” (Sim v Stretch (1936) 2 ALL BR 1237.

Il Defamation Act 2013 ha introdotto un ulteriore test, prevedendo che una dichiarazione non è diffamatoria a meno che non sia  probabile che si verifichi un grave danno alla reputazione del presunto offeso.

La diffamazione nel Regno Unito non avviene soltanto a parole, dal momento che  può essere integrata da immagini, gesti e altri atti diffamatori.

Nel diritto inglese viene fatta una distinzione tra diffamazione in forma permanente “written” (vedi LIBEL) e diffamazione non in forma permanente “spoken” (vedi SLANDER).

Nel diritto inglese la base dell’illecito è il danno alla reputazione, per cui bisogna provare che la dichiarazione è stata comunicata a qualcuno diverso dalla persona diffamata.

E’ anche possibile la diffamazione negligente, quella fatta non con dolo, ma con colpa e cioè quindi senza la volontà di screditare qualcuno.

In Scozia, invece, la diffamazione comprende il danno ai sentimenti della persona diffamata nonché il danno alla reputazione, per cui è possibile intentare un’azione legale quando una dichiarazione viene comunicata solo alla persona diffamata, diversamente da quanto accade in Inghilterra.

Se l’affermazione non è palesemente diffamatoria, il ricorrente deve dimostrare che sarebbe intesa in senso diffamatorio.

 La prova è se persone ragionevoli penserebbero che la dichiarazione si riferisse a lui, ma l’imputato può sfuggire alla responsabilità per diffamazione involontaria facendo un’ offerta di scuse.

Altre difese sono;

• l’opinione onesta;
• il privilegio assoluto e il privilegio qualificato(vedi dichiarazioni fatte in un processo)
• la verità.

In tutti questi casi l’onere della prova è invertito perché una dichiarazione diffamatoria è sempre ritenuta essere non vera ed è a carico di chi sostiene l’accusa dimostrare la veridicità della dichiarazione.

Relativamente alla diffamazione online è prevista una difesa legale per i gestori dei siti web contro le dichiarazioni pubblicate da terzi; la difesa decade se l’operatore non rimuove la pubblicazione diffamatoria dopo essere stato avvisato dall’interessato.

Tutti i soggetti coinvolti nella pubblicazione di una dichiarazione diffamatoria, come, editori, emittenti televisive,  sono anche loro responsabili di un eventuale commento diffamatorio.

Tuttavia il redattore o l’editore che ha prestato ragionevole attenzione in relazione alla pubblicazione e non conosceva il suo contenuto diffamatorio sarebbe scusato.

Le tutele

Chi è riconosciuto vittima di diffamazione potrà ottenere un risarcimento del danno e/o la rimozione della dichiarazione se scritta.

Importante attenzione deve essere posta al termine di prescrizione per agire contro il diffamatore al fine di chiedere un risarcimento del danno, dal momento che questo pari ad un anno dal fatto e non da quando l’interessato ne ha conoscenza.

Per avviare una procedura di diffamazione l’interessato dovrebbe inviare una Letter Before Action per contestare quanto accaduto e intimare il ritiro della dichiarazione e possibilmente chiedere le scuse.

Se non dovesse risolversi la questione in via stragiudiziale si potrà valutare l’opportunità di avviare un processo.

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avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra | Coppolaw