La falsa dichiarazione nel Regno Unito e il risarcimento del danno
Se qualcuno dichiarando il falso ti induce in errore cosa puoi fare?
Coppolaw spiega quali sono le conseguenza della Misrepresentation in Inghilterra e le varie categorie di falsa dichiarazione nel Regno Unito.
Se sei stato indotto in errore da una falsa dichiarazione di un terzo, il diritto inglese prevede alcune tutele per salvaguardare i tuoi diritti in ambito legale. Vediamole insieme.
La falsa dichiarazione nel Regno Unito è conosciuta con il termine di Misrepresentation.
In ambito civile, una dichiarazione falsa, fatta da una parte all’altra nel corso della negoziazione di un contratto, che induce l’altra parte a stipulare il contratto è il classico esempio di misrepresentation.
La persona che rende la falsa dichiarazione è chiamata rapresentor, e la persona a cui viene fatta è il rapresentee.
Un esempio potrebbe essere quello di Tizio che vuole vendervi l’automobile ben consapevole che l’auto presenta degli importanti difetti che se voi li conoscesse non perfezionereste l’acquisto; di conseguenza Tizio inizia a lodare la sua auto descrivendolo come un mezzo esente da qualsiasi problema e quindi stando ben attendo a non divulgarvi i difetti che ha la sua automobile. Voi, in assoluta buona fede, prendete per buona la descrizione di Tizio e indotti in errore dalla sue false rassicurazioni decidete di comprare l’automobile. Dopo qualche giorno dall’acquisto notate che il motore presenta gravi problemi che non vi erano stati dichiarati dal venditore e così andate da un meccanico che vi dice che il problema era pregresso e chi l’ha venduto probabilmente era a conoscenza del vizio ma ha preferito omettere questo problema affermando che l’auto era in perfezione condizioni per convincervi a procedere con l’acquisto.
Questo descritto è un classico esempio di falsa dichiarazione secondo il diritto Inglese.
Badate bene che non tutte le dichiarazioni false sono qualificate come misrepresentation nel Regno Unito secondo il diritto inglese.
Infatti se l’individuo esprime una opinione che poi si rivela essere falsa non potrà essere accusato di falsa rappresentazione, dal momento che l’opinione non è considerata come una verità oggettiva, ma come un punto di vista.
Lo stesso dicasi circa l’intenzione di fare qualcosa sebbene poi non la si faccia. (Pankhania v London Borough of Hackney [2002] EWHC 2441 (Ch), [2004] Tutti ER(D)205 (lan)).
Anche un parere, essendo una considerazione soggettiva non può essere classificato come una falsa rappresentazione laddove non corrispondesse a verità.
Chiaro è che va comunque valutato anche chi è a fare la dichiarazione, ossia se un esperto o se una persona non esperta: nel primo caso la dichiarazione ha un grado di certezza maggiore stante che crea un legittimo affidamento più deciso rispetto ad una dichiarazione fatta da un non tecnico.
Così se ad esempio Tizio acquista una motosega da un privato o da un rivenditore specializzato è chiaro che le rassicurazioni di quest’ultimo, laddove non corrispondessero al vero, saranno giudicate in modo più severo dalla Corti di Diritto Inglese.
Inoltre, va valutata anche la finalità della falsa dichiarazione; infatti se l’intento è quello di creare un legittimo affidamento al destinatario in questo caso sarà una dichiarazione punibile, viceversa se la dichiarazione è innocente i rimedi saranno molto più limitati.
Al riguardo occorre precisare che i rimedi contro le false dichiarazioni variano a seconda del grado di colpevolezza del rappresentante.
Se si è reso colpevole di dichiarazioni fraudolente, cioè se non credeva a ciò che stava dichiarando e ha fatto queste dichiarazioni al fine di indurre in errore il terzo per fargli firmare il contratto, quest’ultimo potrà, in linea generale, annullare il contratto mediante la rescissione e potrà anche chiedere il risarcimento dei danni.
Se invece il dichiarante si rende colpevole di false dichiarazioni per negligenza, vale a dire se credeva che la sua dichiarazione era vera ma non si era preoccupato di verificarla, peccando quindi di negligenza, il terzo avrà comunque diritto sia alla rescissione, ma anche (ai sensi del Misrepresentation Act del 1967 ) al risarcimento dei danni.
Infine abbiamo il terzo livello di misrepresentation nel Regno Unito, ossia la falsa dichiarazione innocente.
Se il dichiarante ha commesso semplicemente una falsa dichiarazione innocente (che ragionevolmente ritiene vera) il terzo potrà senz’altro chiedere la rescissione del contratto, ma non anche il risarcimento dei danni, che potrà essere concesso in ipotesi molto remote e laddove si dimostrasse che la parte non era innocente.
Va comunque ricordato che il terzo che ha ricevuto la falsa dichiarazione e che per l’effetto ha stipulato un contratto potrà comunque farlo salvo attraverso l’affermazione dell’accordo che in sostanza consentirà al terzo presunto danneggiato di ratificare implicitamente il contenuto dell’accordo rinunciando all’azione di rescissione.
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Avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra | Coppolaw
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