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Autisti Uber: i loro diritti in Inghilterra

Nuove importanti novità per gli autisti Uber in Inghilterra a seguito di una pronuncia della Corte Suprema

Autisti Uber e i loro diritti in Inghilterra Coppolaw Autisti Uber
Autisti Uber: i loro diritti in Inghilterra | Coppolaw

Importantissima sentenza nel Regno Unito che riguarda gli autisti Uber e i loro diritti in Inghilterra.
Secondo la Supreme Court sita a Londra gli autisti Uber vanno considerati dei dipendenti e non dei liberi professionisti.
Detta sentenza è stata l’epilogo di una procedura giudiziaria iniziata da due driver.

La decisione respinge un claim della compagnia stabilendo che Uber stabilendo le tariffe delle corse, esercita un controllo sugli autisti.

Background.

La procedura si origina da un clam in cui ricorrenti erano membri di un gruppo di società che fornisce servizi di prenotazione di veicoli a noleggio privati nel Regno Unito e a livello internazionale. I viaggi vengono prenotati tramite l’applicazione per smartphone dei ricorrenti, che collega i passeggeri agli autisti. I Rispondenti erano i conducenti che sono o erano utenti attivi di tale app. I convenuti sostengono che, durante i periodi coperti dalle loro richieste, erano “lavoratori” ai sensi dell’Employment Rights Act del 1996, del National Minimum Wage Act del 1998 e dei Working Time Regolamento del 1998. In quanto tali, i convenuti sostengono che era un loro diritto avere il salario minimo, le ferie retribuite e ad altre tutele legali. I ricorrenti sostenevano che i convenuti erano indipendenti, appaltatori terzi e non “lavoratori”. A seguito dell’udienza preliminare, l’Employment Tribunal ha ritenuto che i convenuti fossero “lavoratori” e che “lavorassero” ogni volta che (a) avevano acceso l’app dei ricorrenti; b) si trovavano nel territorio in cui erano autorizzati a lavorare; e (c) erano in grado e disposti ad accettare incarichi. Tali conclusioni sono state confermate dall’Employment Appeal Tribunal e dalla Corte d’Appello. 

Con la sentenza [2021] UKSC 5, la Corte ha stabilito che il rapporto contrattuale è intrattenuto tra il driver con Uber e non tra il driver e  i passeggeri.

Tale rapporto non si configura come rapporto di “agenzia”  ma di dipendenza.

Dunque, a seguito della recente sentenza della Corte Suprema, gli autisti UBER saranno designati come lavoratori parasubordinati, ma non godranno di tutti i benefit delle persone assunte e verrà loro riconosciuto un salario minimo su base oraria, ferie pagate e il pagamento dei contributi previdenziali.

Le retribuzioni partiranno da una base di 8,72 sterline all’ora, anche se il periodo di attesa del cliente non sarà conteggiato ai fini della retribuzione.
Questo è quanto dovrebbe accadere a seguito delle consultazioni che l’azienda ha avuto con i lavoratori sulla scia della sentenza della Corte Suprema.

Si precisa che dette regole valgono unicamente per gli autisti del Regno Unito e difficilmente questo principio di diritto potrà applicarsi in Italia dove la regolamentazione della materia è ben diversa.

A detta della BBC, Uber avrebbe altresì assicurato che ciò non comporterà un aumento delle tariffe per i clienti.
Sarà mantenuta inoltre l’assicurazione gratuita per infortunio, nonché i pagamenti per permessi di maternità o paternità, in vigore già dal 2018.

Dunque con questa sentenza si pone un’importantissima pagina sugli autisti Uber e i loro diritti in Inghilterra.

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avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra