Diritto Inglese: Il contratto frustrato nel Regno Unito | Coppolaw
Andiamo a vedere quando la prestazione contrattuale diventa impossibile approfondendo l'istituto della frustrazione contrattuale.
Il contratto frustrato nel Regno Unito.
In questo articolo Coppolaw – Avvocato a Londra – si occupa del contratto frustrato nel Regno Unito.
Nel sistema giuridico del Regno Unito, il concetto di contratto frustrato rappresenta una delle eccezioni più significative al principio generale della vincolatività contrattuale (“pacta sunt servanda”). Si tratta di una dottrina sviluppata dalla common law per affrontare situazioni in cui, a seguito di eventi sopravvenuti, l’esecuzione di un contratto diventa impossibile, illegale o radicalmente diversa da quanto originariamente pattuito. In questi casi, la legge riconosce che nessuna delle parti debba continuare ad essere vincolata al contratto.
La dottrina del contratto frustrato affonda le sue radici nella giurisprudenza britannica di inizio Novecento, in particolare nel famoso caso Taylor v Caldwell (1863), in cui fu stabilito che la distruzione del bene oggetto di un contratto (una sala da concerto, in quel caso) poteva liberare le parti dai loro obblighi, poiché l’esecuzione era divenuta impossibile.
Con il tempo, i tribunali inglesi hanno definito con maggiore precisione i contorni della frustrazione, distinguendola dalla semplice difficoltà economica o dalla convenienza commerciale. La frustrazione non è uno strumento per “scappare” da un contratto scomodo: deve essere un evento straordinario, imprevedibile e non imputabile a nessuna delle parti.
Dunque un contratto frustrato si realizza quando un evento sopravvenuto rende:
Impossibile l’esecuzione della prestazione contrattuale;
Illegale la prosecuzione del contratto;
La natura dell’obbligazione radicalmente diversa rispetto a quanto previsto inizialmente.
Ad esempio, l’introduzione di una nuova legge che rende illegale una determinata attività, o l’esplosione di un conflitto armato che impedisce la consegna di beni, possono configurare gli elementi per dichiarare un contratto frustrato.
I tribunali britannici applicano con rigore la dottrina del contratto frustrato. Non è sufficiente che l’adempimento diventi più oneroso, lungo o complesso: deve trattarsi di un evento totalmente fuori dal controllo delle parti e non previsto né prevedibile.
Un altro limite fondamentale è che la frustrazione pone fine al contratto in modo automatico e definitivo, senza alcuna possibilità per le parti di negoziare modifiche o sospensioni temporanee. Questo distingue la dottrina inglese da altri sistemi giuridici, che talvolta permettono una revisione del contratto in base ai principi di equità o buona fede.
Nel Regno Unito, gli effetti della frustrazione sono regolati principalmente dal Law Reform (Frustrated Contracts) Act 1943, che prevede la restituzione delle somme già pagate e consente una compensazione per le prestazioni già rese.
In particolare:
Le somme già versate devono essere restituite;
Le somme ancora dovute non devono più essere pagate;
Se una delle parti ha già fornito un vantaggio all’altra, può richiedere un compenso per tale beneficio, nei limiti ritenuti giusti dal tribunale.
Comprendere la dottrina del contratto frustrato è essenziale per chiunque operi nel contesto commerciale britannico. In un mondo in cui eventi imprevisti — come pandemie, guerre o disastri naturali — possono stravolgere le condizioni contrattuali, conoscere i limiti e le applicazioni di questa figura giuridica può fare la differenza tra un rischio gestito e una causa persa.
Sebbene si tratti di una dottrina eccezionale, il contratto frustrato rappresenta una valvola di sicurezza importante nell’architettura della common law, capace di proteggere le parti quando l’impossibilità sopravvenuta rende ingiusta la prosecuzione di un accordo.
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Avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra | Coppolaw
