Il caso Tom Boyd Waitrose: quando il volontariato nasconde un problema di tutela legale | Coppolaw
La storia di un giovane autistico e dell’interruzione del suo ruolo da volontario in Waitrose apre il dibattito sui diritti e la discriminazione nel lavoro.
Il caso Tom Boyd Waitrose solleva dubbi legali su discriminazione, inclusione e tutela del lavoro per persone autistiche nel Regno Unito. A cura di coppolaw.co.uk
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Tom Boyd, giovane uomo con autismo, ha dedicato oltre quattro anni al supermercato Waitrose di Cheadle Hulme, nel Greater Manchester, lavorando come volontario. Due giorni a settimana, per ore, contribuiva al riordino degli scaffali e ad altre mansioni logistiche, sempre accompagnato da un operatore di supporto.
Secondo quanto riportato dai media, la famiglia di Tom aveva chiesto che una parte delle sue ore fosse riconosciuta come retribuita, come passo verso un impiego reale.
In risposta, Waitrose ha deciso di interrompere la collaborazione volontaria, lasciando Tom senza la sua attività quotidiana e con una forte sensazione di esclusione.
Un gesto che, per molti, ha un impatto etico e legale profondo. (Fonte originale: Mirror UK)
Volontariato o lavoro? La zona grigia del diritto
Uno dei punti centrali del caso Tom Boyd Waitrose riguarda la distinzione tra volontariato e rapporto di lavoro.
Nel sistema britannico, il volontariato è un’attività gratuita, priva di vincoli contrattuali. Tuttavia, quando una persona presta servizio per anni, con orari e mansioni regolari, può sorgere il dubbio che si tratti di una relazione di lavoro “di fatto”.
In casi simili, la giurisprudenza inglese ha riconosciuto che, anche in assenza di contratto scritto, se esiste un vincolo di subordinazione e continuità, la persona può essere considerata “worker”.L’interruzione della collaborazione, a seguito della semplice richiesta di retribuzione, può dunque assumere un valore discriminatorio o ingiusto, specie se coinvolge una persona vulnerabile.
Il caso Tom Boyd Waitrose evidenzia anche un potenziale problema di discriminazione ai sensi dell’Equality Act 2010, la legge britannica che protegge le persone con disabilità.
Secondo l’Act, il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare “reasonable adjustments”, cioè adeguamenti ragionevoli per garantire che le persone con disabilità possano partecipare e contribuire senza svantaggi.
Nel caso di Tom, l’interruzione dopo la richiesta di compenso potrebbe essere interpretata secondo alcuni come una discriminazione indiretta, poiché colpisce un lavoratore con autismo che cercava la stabilizzazione.
Le implicazioni legali e le vie di tutela
Da un punto di vista legale, il caso Tom Boyd Waitrose aprirebbe a diverse possibili azioni:
Reclamo per discriminazione presso l’Employment Tribunal, se si dimostra che l’interruzione sia collegata alla condizione autistica.
Valutazione della natura del rapporto, per verificare se la collaborazione avesse le caratteristiche di un vero rapporto di lavoro.
Richiesta di risarcimento morale o simbolico, in caso di danno reputazionale o emotivo.
Prima di emettere conclusioni defintive sul caso è sempore opportuno conoscere i fatti in modo completo e infatti si aspetta una presa di posizione sul fatto da parte di Waitrose che potrebbe chiarire i motivi sottesi al suo presunto in riferimento anche alle contestazioni circa le violazione dell’Equality Act.
Il caso Tom Boyd Waitrose è emblematico per chi si occupa di inclusione e diritti dei lavoratori vulnerabili.
Le aziende, in linea generale, devono garantire trasparenza nei rapporti con i volontari e favorire percorsi reali di inserimento lavorativo.
Per le famiglie, è fondamentale conoscere i propri diritti e rivolgersi tempestivamente a uno studio specializzato per evitare che situazioni di esclusione si configurino.
Come ricordano molte organizzazioni, tra cui Ambitious about Autism, l’inclusione non è solo offrire opportunità di volontariato, ma trasformarle in percorsi di lavoro dignitosi e retribuiti.
Il caso Tom Boyd Waitrose impone molte riflessioni giuridiche in riferimento al confine fra volontariato e impiego subordinato e in riferimento alle condizioni dei lavoratori c.d. vulnerabili
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Avv.Giuseppe Coppola | Avvocato a Londra | Coppolaw
